La dimensione ideale del Parlamento italiano è di 392 deputati

Il 21 Settembre 2020, Francesca De Benedetti dalle pagine del quotidiano Domanii poneva l’interrogativo: “qual è la dimensione ideale di un parlamento?”

L’autrice, col suo lungo e documentato articolo, commenta essenzialmente il pensiero di Rein Taagepera – in particolare quello espresso dallo stesso autore con Matthew Sogerg Shugart in Seat and Vote The Effect of Determinants of Electoral System – che si erige sull’assunto secondo cui in una democrazia rappresentativa, poiché il potere di promuovere iniziative normative e di varare le leggi è delegato ai rappresentanti eletti dal  popolo, il numero dei parlamentari deve essere equo e congruo e cioè deve garantire la rappresentatività dei gruppi, in ragione del loro peso nella società, ed, allo stesso tempo, rispondere all’esigenza di agevolare lo svolgimento del dibattito e dell’iter parlamentari delle leggi: tale risultato è ottenibile attraverso il calcolo del così detto “carico parlamentare”.

Secondo gli Autori,  il “carico parlamentare” misura tanto il rapporto numerico tra massa della popolazione e numero dei Deputati quanto la quantità degli scambi comunicativi tra parlamentari.

Le ricerche di Taagepera danno molto risalto a quest’ultimo tema, giacché con una schiera ampia di parlamentari accresce la rappresentanza, ma aumenta la quantità degli “scambi” e, quindi, salgono le difficoltà di dialogo tra singoli parlamentari. In sintesi, Egli ritiene che un alto rapporto tra Deputati e popolazione residente rende l’organo legislativo poco efficiente, giacché la parcellizzazione della rappresentanza in più sotto-categorie concettuali, da un lato, non facilita la necessaria mediazione politica per la soluzione dei “problemi di massa” e, dall’altro, radicalizza l’opposizione delle frange estreme, essendo queste ultime motivate dalla ricerca di ampliamento del consenso elettorale.

Per Taagepera e Laakso il “carico parlamentare” ottimale di uno Stato è dato dalla radice cubica della popolazione ivi residente. In base a tale tesi, il Parlamento italiano dovrebbe essere composto da 392 membri, in quanto al 1° Gennaio 2020 la popolazione residente è stata di 60.244.693 abitanti.

Sgombrato il campo dal numero dei parlamentari, che si avvicina a quello proposto dal legislatore e confermato dal referendum del 20 e 21 Settembre 2020, resta pressante la necessità di correggere il bicameralismo paritario, o perfetto come molti impropriamente lo chiamano, non più al passo con i tempi, e di varare una legge elettorale che faccia chiarezza sul sistema elettorale, proporzionale o maggioritario. 

Circa la prima questione è necessario assegnare un nuovo ruolo del Senato.

Invece, per ciò che riguarda il secondo tema, è auspicabile l’adozione del sistema proporzionale con una soglia di sbarramento fissata al 5%, in quanto garantisce la rappresentanza, riduce il numero degli scambi comunicativi, dà al cittadino la possibilità di scegliere il proprio delegato e non impone la supina accettazione dei dettami padronali dei partiti/movimenti politici.

Inoltre, è necessario ridefinire i collegi elettorali in base alle omogeneità territoriali e socio-economiche dell’Italia. Già in altre circostanze i Geografi hanno ribadito che le Province, o ampie porzioni di esse, sono depositarie della cultura storica ed espressione delle economie locali e non le Regioni, che rappresentano solo una sintesi amministrativa.

Queste sono le sfide che l’attuale Parlamento deve affrontare e risolvere; il Popolo ha dato un messaggio chiaro e pretende risposte della stessa natura.

Nicolino Castiello

23 Settembre 2020 News

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